lunedì 18 febbraio 2013

Rapina Hamsik, la sorella Miska su Twitter: “È uno schifo”


di Redazione - 18 febbraio 2013




Hamsik

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Non è la prima volta che la famiglia Hamsik subisce una rapina: nel 2008 il centrocampista subì un'altra rapina del Rolex; nel 2011 toccò alla moglie Martina. Era incinta, all'ottavo mese di gravidanza, quando nella zona di Varcaturo, sul litorale flegreo, fu fermata da tre persone che dietro minaccia di una pistola la fecero scendere dall'auto e poi portarono via la sua Bmw X6. La rapina dell' auto alla moglie del centrocampista non fu mirata, né si trattò di un tentativo di pressione della criminalità organizzata nei confronti della Società Calcio Napoli, stabilirono le indagini degli agenti del Commissariato di Giugliano (Napoli), che nel marzo 2012 arrestarono una banda di otto rapinatori, non legati a clan camorristici ma responsabili di diverse rapine.


Quella di ieri sera è la seconda rapina dunque che Hamisk subisce e il bottino è sempre lo stesso. Furono i tifosi a fargli riavere il Rolex. "Hanno saputo come fare - raccontò lo stesso Hamsik - per loro i calciatori del Napoli sono come divinità".


LA REAZIONE DELLA SORELLA - Dopo la rapina subita ieri da Marek Hamsik nei pressi del San Paolo al termine della gara con la Sampdoria, la sorella del centrocampista partenopeo ha espresso la propria rabbia su Twitter così: "E' già la terza volta, che schifo".




LA RICOSTRUZIONE - Prima il finestrino dell'automobile sfondato. Poi la minaccia con una pistola. La storia si ripete. E il copione è sempre lo stesso. Marek Hamsik é stato rapinato ieri sera del suo orologio Rolex. Era da poco terminata la partita Napoli-Sampdoria e Hamsik, a bordo della sua BmwX6, stava percorrendo via Cinthia, diretto alla tangenziale di Napoli, quando in tre, a bordo di uno scooter Sh di grossa cilindrata, lo hanno fermato. Pochi attimi di pura paura. I tre gli hanno sfondato il finestrino, poi lo hanno urtato con la pistola. E' stato di fronte alla minaccia dell'arma che il centrocampista ha consegnato il suo Rolex di oro bianco. Spaventato e anche arrabbiato, immediatamente ha chiesto aiuto a una pattuglia della polizia stradale che era in zona. Ha raccontato gli attimi concitati, ha riferito dei tre rapinatori ma non è stato in grado di descriverli, visto che la zona era buia. Poi, rifiutando controlli in ospedale, si è diretto con un'altra automobile in aeroporto dove stava andando per incontrare sua moglie, Martina. (Ansa)



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