di Alessia Giudici.
Toscana – Colline Senesi by Cristian Santinon
Ci ha pensato il Presidente della Regione Toscana a mettere la pietra tombale sulla campagna di Promozione Divina Toscana con un post su Facebook, proprio alla vigilia del suo debutto alla BIT 2014. La campagna doveva essere l’immagine di punta della Regione all’interno della manifestazione clou del turismo italiano ed internazionale, in programma a Milano dal 13 al 15 febbraio, ed invece è stata brutalmente stroncata e sospesa. Proprio dal Governatore. Con l’entrata a gamba tesa di Rossi, che negli ultimi anni ha iniziato ad usare i social in maniera particolarmente assidua, tutto il popolo dei social si è scatenato contro un insieme di soggetti, a dir della rete troppo processati e poco rispondenti alla realtà, del meraviglioso patrimonio paesaggistico regionale. Ne è venuto fuori un vero e proprio “caso social” che ha avuto conseguenze a tratti inattese. Il lavoro, assegnato all’agenzia Ls&Blu di Roma tramite bando di Toscana Promozione (una agenzia regionale, n.b.), consta di sette soggetti ispirati ai paesaggi più tipici della regione (la campagna comprende anche un video che, tuttavia, non utilizza lo stesso materiale delle tavole), dai quali viene richiamato un verso di vaga ispirazione dantesca che dipinge la Toscana come un luogo di perdizione sensoriale nel quale i turisti possono dar sfogo liberamente alle loro viziosità, sia essa gola, pigrizia, vanità o irrequietezza. Il richiamo continuo alla Divina Commedia, ai gironi danteschi trasposti in un inferno paradisiaco, ad una vacanza all’insegna dell’edonismo è, di fatto, un modo originale di proporre un prodotto turistico.
Non è nemmeno necessario far troppo ricorso alla fantasia per capire il percorso creativo che sottende alle scelte dell’agenzia pubblicitaria: recuperare il fil rouge della campagna “Voglio Vivere Così” in Toscana, con il suo carattere onirico, barocco e ammiccante e unirlo all’atmosfera di “Inferno” di Dan Brown, che ha permesso ad un pubblico mondiale di riscoprire Dante Alighieri e la sua Firenze sospesa tra vizio e virtù. Nemmeno il costo contenuto, 100.000€, sembra valere il lavoro presentato (anche se, e qui si omette il dettaglio più o meno volutamente, con alle spalle una pianificazione media di oltre 1.500.000€). La qualità dei soggetti proposti varia notevolmente da uno all’altro (vi si commettono leggerezze, prospettiche e compositive, non proprio da professionisti), fino a far pensare a mani diverse, ma tutti e sette comprendono un lavoro intenso di photoshop, utile a costruire digitalmente una atmosfera fiabesca, atemporale e sospesa. Un’immagine volutamente “falsa”, che richiama alla moda di Instagram nei colori, e che aggiunge o toglie elementi nei quadri, come la torre di Palazzo Vecchio che scompare dal panorama di Piazzale Michelangelo o nuovi faraglioni nella spiaggia della Feniglia. Proprio il particolare uso, smodato, di tecnica digitale, ha sollevato il vespaio mediatico, al quale hanno partecipato anche fotografi del calibro di Gianni Berengo Gardin e Oliviero Toscani, sedendosi dalla parte degli integralisti dell’immagine. Ma è così facile vendere un prodotto turistico di punta nel panorama nazionale come la Toscana, con il suo gravoso carico di stereotipi visivi?.
Sorprende, in tal senso, la nutrita schiera di osservatori dediti al puritanismo, quando il veicolo più efficace nel mondo della sua presenza è stato il libro “Under the Tuscan sun”, di Frances Mayes, che in termini di visioni stereotipate non ha nulla da insegnare. Ma forse è proprio questo stereotipo che, con l’allargarsi dell’orizzonte turistico, con l’ampliarsi delle possibilità di viaggio, ancora fa sognare i cittadini di tutto il mondo? Un cittadino di Shanghai può non sapere dove si trova l’Italia, ma ha certamente all’interno del suo repertorio mentale un vigneto assolato o una pigra strada contornata da cipressi che si arrampica verso il tramonto. Quindi, perché non sfruttarlo? Certo, c’è modo e modo, e qui, obiettivamente, si poteva fare di meglio, ma l’intenzione di trasmettere oltre alle immagini più vere anche un sentiment, attorno all’esperienza di viaggio, è evidente e non è assolutamente sbagliata. Non ci si riconoscono i toscani? Può darsi, ed è comprensibile che ne vengano urtati. Ma la campagna non era diretta a loro.La domanda vera è: avrebbe raggiunto ed emozionato potenziali turisti da paesi lontani? Che forse non conoscono a memoria la skyline di Firenze, ma che porteranno, secondo le stime, nel 2014 una crescita regionale dei flussi del 3%?
Non lo sapremo mai.
L’unica certezza è che si sono utilizzati fondi pubblici, attraverso una agenzia parapubblica, e che gli sforzi contenuti nel progetto si sono vanificati. Il turismo è una cosa seria, un motore di crescita per il Paese intero e di conseguenza lo è la sua promozione: ben venga quindi il codice di autoregolamentazione che la giunta regionale ha elaborato all’indomani del proprio flop, dimostrando di saper imparare dai propri errori. Tuttavia rimane un aspetto sospeso, così come il terrazzo inesistente di roccia sulle Apuane, rispetto all’efficacia, stavolta politica, di una retromarcia così personale del Presidente della Regione su un prodotto curato dalla sua struttura, seguito dai suoi tecnici, in particolare dal suo assessore al Turismo[1].Certamente ha mostrato un presidente molto attento all’opinione dei toscani, anche se, forse, in questa partita non era così fondamentale. Si sa, il livello di partecipazione dei cittadini del fu granducato alle politiche locali è pari solo alla loro voglia di proporre la più personale posizione.
Velatamente si potrebbe suggerire che di campagne all’avvio non ci sono solo quelle turistiche.
[1] L’assessore Cristina Scaletti è stata, in seguito ad un rimpasto nel mese di febbraio, sostituita nella Giunta Regionale insieme ad altri due assessori.
iMille.org – Direttore Raoul Minetti
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