Un utente di Internet sudcoreano che aveva rivolto un insulto al presidente della sua nazione, Lee Myung-bak, sul suo account di Twitter, si è ritrovato bloccato il proprio profilo. Un attivista i cui post sul sito di microblogging più importante del mondo accostavano gli ufficiali della marina militare ai pirati per aver approvato una controversa base navale è stato accusato di diffamazione criminale.
E un giudice che ha scritto che il presidente (‘Sua Altezza’) avrebbe ‘rovinato’ gli utenti di Internet che mettevano in dubbio la sua autorità è stato licenziato con un atto ritenuto dalla maggior parte degli osservatori come una rappresaglia. Una stretta del genere sulla libertà di Internet, preoccupante, forse non sarebbe sorprendente in Cina, dove il governo vanta un intero esercito di censori online in costante vigilanza.
Ma la violenta politica censoria sui social media a cui si riferiscono i casi in questione è avvenuta invece in Corea del Sud, un paese che (a differenza della dittatura sanguinaria presente nella cugina Corea del Nord) è ritenuto una democrazia, oltre ad essere una delle società con la maggior connessione ad Internet del mondo. Questo paradosso trova una spiegazione almeno parziale nella costante lotta della Corea del Sud per la gestione delle proprie contraddizioni.
Da un lato, infatti, lo stato asiatico è stato uno dei primi ad abbracciare il web nel tentativo di recuperare il divario tecnologico dalle prime economie del mondo, dall’altro ha mantenuto le radici salde in un passato patriarcale e in un certo senso puritano. In una nazione che si è sentita così minacciata dai concerti di Lady Gaga da aver proibito ai suoi fan minorenni di andare a vedere il suo concerto, il pensiero di opportunità illimitate per gli utenti di Internet di dire parolacce in pubblico, vedere pornografia illegale e soprattutto mettere in dubbio l’autorità si è dimostrato profondamente destabilizzante.
I critici del governo di Lee Myung-bak concordano che la sua stretta conservativa è una delle ragioni che stanno dietro questa censura di Internet, ma che si sia dimostrata anche una conveniente scusa per mettere a tacere le critiche. Non è la prima volta in cui il governo è stato accusato di eccesso di zelo in questo senso. ‘I nuovi media e i servizi di social network come Twitter sono emersi come nuovi strumenti politici per gli esponenti di sinistra e per gli attivisti antigovernativi,’ dichiara Chang Yeo-kyung, un famoso attivista sudcoreano che si batte per la libertà di parola. ‘Il governo vuole creare un effetto di raffreddamento per impedire la diffusione delle posizioni critiche.’
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