martedì 19 febbraio 2013

Il Social Media Marketing è sostenibile? - MarketingArena



In que­sti giorni le “chiac­chiere da bar” del web mar­ke­ting si con­cen­trano sulla sto­ria di una grande agen­zia di digi­tal stra­tegy, orien­tata alla per­for­mance, che ha aperto con forza una divi­sione dedi­cata al Social Media Mar­ke­ting, per poi chiu­derla con altret­tanta pre­mura. Le moti­va­zioni non sono pro­ba­bil­mente quelle indi­cate nell’interessante post di Andrea Cap­pello (che, si badi bene, nulla ha a che fare con l’agenzia di cui sopra), ma altre di natura mera­mente eco­no­mica e “agen­ziale”: il social media mar­ke­ting non sem­bra essere sostenibile.


Oggi ho par­lato all’università e mi hanno inchio­dato alle mie respon­sa­bi­lità con una domanda: “quanto costa?”. Si potrebbe rispon­dere “da 400 a 15.000 euro al mese”, ma sarebbe fuor­viante. La verità è che oggi molti non sanno di cosa par­liamo quando ci rife­riamo al Social Media Mar­ke­ting, pro­viamo a fare chiarezza:


Com­mu­nity mana­ge­ment: è l’attività di gestione, pia­ni­fi­ca­zione edi­to­riale, ascolto e moni­to­rag­gio di un pre­si­dio sui Social Network


Blog mar­ke­ting: è l’attività di svi­luppo e dif­fu­sione (see­ding) di con­te­nuti su un blog azien­dale o spon­so­riz­zato da un’azienda


Digi­tal PR: è l’attività di dif­fu­sione di un con­te­nuto azien­dale, non per forza resi­dente su un blog, verso una serie di influenzatori


Brand repu­ta­tion: è l’attività di ascolto e misu­ra­zione di aware­ness e sen­ti­ment di marca on line, con even­tuali stra­te­gie reattive


Tutte que­ste atti­vità, se gestite in maniera “stri­sciante” sono foriere di aumento della noto­rietà di marca e miglio­ra­mento della per­ce­zione di una par­ti­co­lare fascia di utenza verso un brand. Non si parla di social CRM, non si parla di prova pro­dotto, non si parla di co-design. Non si parla quindi di social busi­ness. E non si parla nem­meno di per­for­mance mar­ke­ting, per quanto le pos­si­bi­lità di intra­ve­dere un social ROI vi siano tutte. Le aziende, soprat­tutto in que­sto periodo chie­dono ven­dite e lead pro­fi­lati, e voi volete offrir­gli “brand”?


La verità è che il social media mar­ke­ting è un per­corso, che il com­mu­nity mana­ge­ment è un’attività neces­sa­ria (il com­mer­cia­li­sta porta lead?) e che è più maturo for­marsi a gestire i social piut­to­sto che far­seli gestire, a meno che non abbiate una siner­gia tale con la vostra agen­zia da averla in casa quasi di con­ti­nuo, o pro­prio non pos­siate fare altri­menti (tempo). Quando però comin­ciamo a toc­care tema­ti­che come il crm, il pri­cing dina­mico, il mem­ber get mem­ber e il rewar­ding della com­mu­nity (atti­vità avan­zate ma che sem­pre social media trat­tano..), allora pos­siamo anche arri­vare a misu­rare la soste­ni­bi­lità di que­ste attività.


Pro­ba­bil­mente è lecito, one­sto e sen­sato dire che nel breve periodo il SMM non può com­pe­tere con un pay per click o altre atti­vità di per­for­mance mar­ke­ting, ma è maturo dire che que­sto non dovrà mai suc­ce­dere. All’interno di una stra­te­gia di mar­ke­ting ser­vono tutte le leve (anche se avete le fine­stre in casa per pro­teg­gervi dal freddo, vi ser­vono anche le tende per pro­teg­gervi dalla luce e dai pas­santi), ed è nel mix delle stesse e nella costru­zione di case history diver­tenti, crea­tive e dina­mi­che che si gioca la soste­ni­bi­lità di un pro­getto e di un’agenzia che lo segue. Che ne pensate?






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