sabato 18 agosto 2012

Facebook male in borsa? «Il problema si chiama Mark Zuckerberg»


L'ANALISI DEL «LOS ANGELES TIMES»


Facebook male in Borsa?

«Il problema si chiama Mark Zuckerberg»


Secondo gli analisti di Wall Street il Ceo di Facebook dovrebbe lasciare il posto a qualcuno di più esperto e meno giovane


Mark Zuckerberg a New York (Reuters)Mark Zuckerberg a New York (Reuters)


Facebook va male in Borsa? «Mark Zuckerberg dovrebbe lasciare il suo posto di a.d.». A lanciare il guanto al piccolo genio della Silicon Valley è il Los Angeles Times con un'accurata analisi.

È COLPA DELLA FELPA? - Le performance di Facebook a Wall Street sono pessime finora (ha chiuso la settimana in caduta libera cedendo venerdì un altro 4,3% e toccando un nuovo minimo storico a 19,01 dollari, la metà quasi perfetta dei 38 dollari fissati per lo sbarco in Borsa 3 mesi fa). Secondo gli osservatori la soluzione sarebbe scegliere un amministratore delegato più esperto e abile. In questo modo il fondatore resterebbe in sella alla parte creativa della società, guidando l’innovazione tecnologica. A gestire Facebook sul complesso mercato azionario ci penserebbe invece qualcun altro. Qualcuno senza le sneakers ai piedi e la felpa con il cappuccio, che tanto indignò i baroni di Wall Street quando Mark si presentò senza giacca e cravatta alla presentazione della sua azienda in borsa. A danneggiare i rapporti con gli investitori sarebbe anche il suo aspetto trasandato: «Come ogni ragazzo della sua età cerca di colpire l'immaginario del pubblico più che rassicurare i partner economici ed avere un atteggiamento responsabile nei loro confronti», spiega al quotidiano californiano Chris Whalen, senior managing director al Tangent Capital Partner di New York.


L'ESEMPIO DI GOOGLE - In realtà secondo questa teoria anche Steve Jobs sarebbe stato un cattivo amministratore delegato, con i suoi dolcevita neri, le sue New Balance sempre ai piedi e i suoi modi di fare rudi. Sbagliato dunque dare la colpa al look? Per altri in realtà è stata la voglia di strafare a mal consigliare il giovane Zuckerberg. «Il valore delle azioni è crollato perché gli investitori si sono resi conto che il potenziale di crescita di Facebook non è così alto come il suo fondatore crede», dicono gli analisti. Anche Larry Page e Sergey Brin di Google, entrambi finiti alla ribalta alla fine dei loro vent'anni, furono persuasi a rivolgersi al più anziano ed esperto Eric Schimdt. E in tanti sono convinti che Zuckerberg debba seguire il loro esempio. «Potrebbe rimanere alla guida della parte creativa della società e lasciar perdere il management», spiega Scott Sweet di Ipo Botique. Nessuno però si spinge a fare nomi e cognomi del «più adulto e più esperto» manager che dovrebbe prendere il posto di Zuckerberg.






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