mercoledì 8 agosto 2012

Non siete su Facebook? Potreste diventare killer. E se resistete a ... - Il Sole 24 Ore



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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2012 alle ore 11:31.





(Afp)(Afp)


State resistendo da anni a iscrivervi a Facebook e ne andate fieri? Vi siete appena cancellati e ne fate un vanto? Attenti - dice un dettagliato articolo del quotidiano tedesco Tagesspiegel - perché il vostro atteggiamento è sospetto, vi comportate proprio come gli stragisti James Holmes e Anders Breivik. L'attentatore che lo scorso anno ha colpito Oslo e Utoya era sì iscritto a Facebook, ma raramente lasciava una parola su di sé, né partecipava a chat o forum. Se ne stava isolato e rappresentava quel che gli esperti definiscono un outsider del social network. Lo stragista di Denver invece non si è mai iscritto né a Facebook né a Twitter o Myspace, dove forse aveva una registrazione sotto falso nome, e ha cancellato due iscrizioni a Youtube. Frequentava un social, AdultFriendFinder, ma di quelli per anime sole in cerca di sesso.


È strano – argomenta il quotidiano tedesco – che un 24enne ex studente non condivida sulla rete foto, emozioni, stati d'animo. Parla un ricercatore, lo psicologo Richard E. Bélanger, che qualche anno fa ha guidato uno studio sull'argomento, arrivando alla conclusione che i giovani che limitano le attività online, o che evitano del tutto internet, sono vittime più probabili di depressione e disturbi psicologici, rispetto a chi fa un uso anche "espressivo" della rete. La norma per un giovane, sottolinea l'esperto, è trascorrere due ore online al giorno.


Insomma, non far parte di Facebook potrebbe portare fondati sospetti su di voi. Bélanger spiega: «Ormai internet è diventato una componente fondamentale della nostra vita ed è probabile che le amicizie virtuali conducano ad aumentare la consapevolezza di sé e a provare emozioni positive». Certo, specifica, esagerare porta gli stessi risultati: isolamento e depressione. Ma la giusta quantità di web, e di social network in particolare, è segno di una vita sociale sana: altrimenti c'è il ragionevole sospetto che abbiate qualche stranezza, disfunzione o peggio che siate pericolosi. Del resto, notano ancora gli esperti, è tipico degli attentatori non avere amici e oggi i giovani coltivano le amicizie anche su Facebook. Ma ci sono altri buoni motivi per non escludersi. Secondo il quotidiano tedesco, ormai in Germania si assume nel 70-80% dei casi reclutando tramite Facebook e – come spiega Forbes - se cercate lavoro negli Stati Uniti e non avete un profilo social siete "out" o, meglio, siete "sospetti". Pare infatti che l'America sia piena di responsabili del personale che si aggirano per gli uffici chiedendo: «Cosa significa non avere un account su Facebook? È possibile che l'abbiano cancellato in vista di un colloquio per nascondere qualcosa?»


L'idea è che i cosiddetti Facebook resister, categoria coinata dal New York Times, possano essere disoccupati, svogliati, potenziali assassini o insomma persone sociopatiche che hanno qualcosa contro le tendenze e il progresso. Certo – ammette Forbes – può darsi anche che abbiano un motivo non-psicopatico per evitare il social network, che amino la loro privacy o tengano di poco conto i fatti degli altri. Ma c'è di certo che ci si aspetta che tutti tengano in qualche modo un profilo aperto. Ma ci sono ancora altri aspetti contro di voi. Stando alle considerazioni di Slate.com sarete svantaggiati nelle relazioni amorose. «Soprattutto i giovani – si spiega - dovrebbero evitare rapporti con chi non è iscritto a Facebook: perché non lo è? Forse vi ha dato un nome falso?» Vi salvate solo se siete persone di una certa età, «che erano già adulte e produttive prima del diffondersi del social network». Altrimenti, rischiate seriamente di passare per pazzi, nella migliore delle ipotesi.



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