lunedì 29 ottobre 2012

Torna Servizio Pubblico ma dimentica i social e l'interattività - Mediapolitika


di Pierfrancesco Demilito


Nell’era dei social network e dell’interattività tv-pc, ci saremmo aspettatati molto di più dalla prima puntata della nuova stagione di Servizio Pubblico, il programma condotto da Michele Santoro e iniziato lo scorso giovedì su La7.


Siamo abituati a vedere gli ascoltatori entrare direttamente nei programmi televisivi, normali cittadini che pongono domande agli ospiti in studio, alle volte comparendo direttamente in video attraverso un collegamento skype e alle volte semplicemente postando le loro domande attraverso facebook o twitter. E nel tempo abbiamo notato come questa pratica possa aggiungere quel po’ di pepe necessario a ravvivare il talk: l’ascoltatore riesce spesso a porre una domanda scomoda e impone all’ospite un cambio di registro nella risposta.


Tutto questo è mancato nella prima puntata del talk di Santoro, nonostante la grande attenzione ai social mostrata durante la scorsa stagione di Servizio Pubblico e nonostante l’annuncio che il programma avrebbe utilizzato Liquid Feedback, la piattaforma software creata dal partito dei “pirati tedeschi” di Interaktive Demokratie.


Durante le due ore e quarantacinque minuti di diretta, solo un passaggio è stato dedicato a Liquid Feedback. In realtà non si è trattato di uno vero e proprio spazio dedicato alla piattaforma, ma è apparso più semplicemente come un espediente per lanciare il servizio di Giulia Innocenzi. Il tema proposto dal “Partito liquido” questa settimana era la corruzione, un tema non proprio originale, che la redazione ha deciso di affrontare inviando la giovane collaboratrice di Santoro a porre una domanda al Presidente Monti. Nel servizio la Innocenzi cerca di chiedere al Presidente del Consiglio se è disposto a mettere la faccia su una legge anticorruzione che non punisce reati come il falso in bilancio e lo scambio di voti, ma il capo del Governo non raccoglie la domanda e quindi il tema proposto da internet resta non affrontato.


La scarsa attenzione alla rete è emersa anche dalla totale mancanza, durante il programma, di riferimenti ai social network e dall’assenza dell’ormai tradizionale banner in sovraimpressione sul quale scorrono i tweet degli ascoltatori.


A onor del vero alcuni banner durante Servizio Pubblico sono apparsi, ma non hanno certamente riscosso il favore della critica. Ci stiamo riferendo all’iniziativa “Il leader”, anche questa lanciata da Giulia Innocenzi. Una sorta di primarie allargate che vedrà sfidarsi nel corso delle puntate otto leader politici. Il vincitore di questa battaglia sfiderà la testa di serie, ovvero Mario Monti. Per scegliere il loro leader i telespettatori possono votare attraverso il sito o con un sms a pagamento, ipotesi quest’ultima che ha causato non poche critiche alla trasmissione e alla Innocenzi, critiche che, forse non a caso, sono arrivate proprio attraverso i social network. La scelta, inoltre, di far comparire dei banner con il messaggio “chi vuoi eliminare tra Alfano e Maroni?” creava non poca confusione nel telespettatore, che improvvisamente temeva di essere sintonizzato su un talent show piuttosto che su un talk.


Infine, l’assenza di un collegamento con una piazza esterna allo studio, ormai una tradizione della scorsa stagione, ha praticamente annientato la partecipazione diretta dei cittadini/pubblico. Una partecipazione che in un certo qual modo ci si poteva aspettare, vista la campagna pubblicitaria che ha lanciato Servizio Pubblico, con quel “Loro rubano e tu che fai?”.


Siamo solo alla prima puntata e tutto può ancora essere cambiato o corretto, ma per ora Servizio Pubblico è apparso statico e lento, un vecchio talk un po’ soporifero.


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