(Ap)
Twitter ha sottoposto i documenti preliminari alla Securities and Exchange Commission (Sec): riapre il capitolo della quotazione dei social network in anticipo rispetto a quanto previsto. Facebook il giorno seguente al debutto in Borsa ha avviato una lenta discesa nei listini finanziari. Era chiaro che avrebbe dovuto confrontarsi con il test degli utenti da dispositivi mobili. Sarebbero rimasti sul social network anche con l'aumento degli accessi da laptop, smartphone e tablet? Aveva acquistato poco prima la startup Instagram: è la rete sociale online dove gli iscritti scattano, condividono e modificano fotografie attraverso un'app. Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook, aveva deciso che il social network sarebbe diventato una mobile company. La ristrutturazione interna è stata profonda.
Gli annunci commerciali sono un nodo centrale nell'ascesa di Facebook. Durante il secondo trimestre la pubblicità ha raggiunto l'88% del suo fatturato. Aveva premuto il piede sull'acceleratore dell'innovazione: ha varato ad esempio le Sponsored Stories e Facebook Exchange. Di recente ha sperimentato inserzioni video dalla durata di 15 secondi. L'impegno ha dato i suoi frutti.
Non riposa sugli allori. Per ampliare i confini ha bisogno di trovare e coinvolgere pubblico nelle nazioni emergenti: sono i prossimi cinque miliardi di utenti. Ha aperto un programma per gli sviluppatori software locali nella costruzione di applicazioni adatte a cellulari meno evoluti rispetto agli smartphone con i sistemi operativi più diffusi. Inoltre ha già varato app sui dispositivi di wearable computing come gli occhiali interattivi Google Glass.
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I profili business
Quello di LinkedIn è un percorso che prende il via all'alba dei social network. Trova presto spazio negli Stati Uniti e poi amplia i confini al mondo: gli utenti condividono i loro curriculum e costruiscono reti di contatti. Diventa un trampolino di lancio verso una community globale. La figura strategica nell'evoluzione di LinkedIn è stata Reid Hoffman. Il social network ha come principali fonti di fatturato la pubblicità, gli abbonamenti a servizi premium e la sua piattaforma per scoprire profili professionali che viene adoperata dai talent scout. Non ha sofferto le pressioni della Borsa come Facebook. E ha accelerato nello sviluppo di una strategia dedicata ai dispositivi mobili. Le sue app sono in grado di adattarsi agli interessi degli utenti mediante un processo di personalizzazione.
L'orizzonte dei big data
Per Facebook e LinkedIn le frontiere da esplorare restano ancora immense. Come i big data. La rete sociale online guidata da Mark Zuckerberg ha ampliato il suo team di data scientist in modo da valorizzare la miniera di informazioni nella sua piattaforma. Inoltre ha allargato la diffusione della Graph Search: è la ricerca tra le connessioni dei suoi utenti e risponde a domande complesse. LinkedIn è stato tra i primi social network a esaminare le opportunità dei big data, ad esempio nella pubblicità. E ha formato negli anni una squadra di data scientist in grado di analizzare il suo tesoro di informazioni.
Verso l'Ipo
Anche Twitter ha dovuto confrontarsi con l'esigenza di costruire una sua strada. Era contrario alle tradizionali inserzioni commerciali online. E ha cercato soluzioni alternative. Fin dalla nascita era progettato per l'uso da dispositivi mobili e ha elaborato messaggi promozionali racchiusi nello spazio di un micropost. L'amministratore delegato Dick Costolo ha investito su molti fronti: social data mining, accordi con i network televisivi, alleanze con gruppi pubblicitari. Twitter è diventato lo spazio di conversazione delle elite globali ed entra nel dibattito quotidiano fino a costruire un luogo di confronto per i decision maker. Più di altri grandi social network ha sviluppato un'integrazione profonda con altri media come quotidiani e blog. Il percorso verso la Borsa è ancora ai primi passi.
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