C'è uno studio che da ieri sera gira tra le redazioni dei giornali. Un professore dello Iulm, tale Marco Camisani Calzolari, patron della Digital Evaluations, ha condotto uno studio che rivelerebbe che il blogger numero 1 in Italia, avrebbe comprato più della metà dei fan che lo seguono su Twitter. I seguaci di Beppe Grillo sul social network sarebbero falsi: profili fantasma buoni solo a fare massa ma che non frutterebbero reale consenso politico. Il prof dice che sono profili comprati per fare numero il 54,5%: 327.373. I follower sicuramente reali sarebbero invece solo 164.751 (il 27,4% del totale). Su l'11,6 per cento degli utenti non si può verificare se sono reali.
Grillo, affidando una replica sul sito Linkiesta, ha detto che «certe accuse lasciano il tempo che trovano». Secondo lui sono tutte stupidagini. E io mi trovo d'accordo con lui. Almeno per due motivi.
Il primo: l'indagine viene svolta valutando l'interazione degli utenti che seguono su Twitter il profilo di Beppe Grillo. Chiunque ha un account sul social network, sa benissimo che ci sono persone che hanno un profilo Twitter solo per seguire chi di interesse, per sapere cosa fa l'idolo della sua squadra del cuore o conoscere in diretta le parole di un leader politico a un comizio. Questa tipologia di utenti, e sono tantissimi, hanno probabilmente scritto mezzo tweet nella vita. La base scientifica della ricerca, dunque, è completamente falsata.
Il secondo motivo: chi compra i fan su Twitter ha improvvisamente dei picchi di follower. Io ho utilizzato uno strumento che si trova anche on line (twitter counter) che permette di conoscere l'andamento dei follower di qualsiasi profilo. Bene, Grillo è in costante crescita senza che si sia mai verificato un picco "sospetto". Infine, va detta un'ultima cosa. A Grillo si possono recriminare tante cose, a iniziare dai modi in cui si pone. Ma un fatto va detto senza indugio: lui ha intercettato prima di ogni altro politico la Rete, l'ha saputa interpretare e sfruttare, dando una sana lezione di marketing politico alla classe dirigenti nazionale. Uno così, che su internet e politica potrebbe tenere un corso di laurea, l'ultimo errore che farebbe è comprare dei fan su Twitter.
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